numero telefonico prada la reggia (Gast)
| | AUCKLAND ? luned? pomeriggio, Luna Rossa, nella seconda giornata delle semifinali, ? stata battuta da Star Stripes dell' americano Conner. Dalle barche d' appoggio che hanno seguito la regata scendono mogi e sofferenti i fans della barca italiana, stringendosi uno all' altro come fossero colpevoli di una misteriosa disgrazia, di un morbo inesorabile. L' euforia di colpo si ? spenta, tutti hanno l' aria spaesata di chi ? in attesa di una punizione divina. Ma dell' eventuale vendicatore, Patrizio Bertelli, non c' ? traccia, ? scomparso in una nuvola di ira e magone funesti, abbandonando anche gli amici pi? cari che pensavano ai brutti momenti di impotenza e sensi di colpa dei ragazzi dell' equipaggio, che perdevano secondi su secondi incanalandosi in un tunnel di errori e sfortune, sotto lo sguardo gravido di tempesta del Bertelli che l?, su Luna Rossa, costretto dal regolamento al silenzio, aveva assistito senza poter intervenire al procedere inesorabile della sconfitta. In serata si rifugia da solo a cena nella sontuosa villa di Bill Koch, il miliardario che con America Cube aveva sconfitto il Moro di Gardini mentre l' avvocato Agnelli sceglie il ristorante Cin Cin: anche lui dispiaciuto, ma sollevato dal fatto di poter cenare senza essere riconosciuto da nessuno. Poi, per?, l' imprenditore viene allo scoperto. "Durante la regata nessuna emozione, no, per? quando sono sceso a terra ho sentito tutto il peso della sconfitta. Abbiamo commesso errori, ma come sempre succede lo abbiamo capito dopo, quand' era tardi. Forse c' ? stato troppo trionfalismo, sicuramente abbiamo fatto una scelta strategica non giusta: come se nella moda si puntasse sulle gonne lunghe quando tutti le vogliono corte. Adesso? Dobbiamo imparare ad assimilare la sconfitta e dimenticarla. Vogliamo vincere, certo, e lo faremo solo se sbaglieremo meno degli altri". Giornata nera, luttuosa quindi, anche per gli ospiti delle barche d' appoggio del munifico Bertelli, che sono tre motoryacht immensi, roba da crociera da ricchi, ogni camera da letto in boiserie ha un gran bagno, e c' ? un servizio di picnic casalingo fatto al momento, squisitamente italiano. Ci salgono entusiasti i fortunati ospiti, amici di vela e di yacht club che in Italia hanno lasciato barche magnifiche o se le hanno spedite qui le hanno affittate come charter, tanto per non lasciarle inutilizzate; ci sono anche giornalisti quasi nullatenenti e quindi superbamente soddisfatti dell' esperienza alla Callas ospite sul "Christina" di Onassis cui li costringe il duro lavoro di inviato. Tutti perfettamente attrezzati da caccia alla balena o da pesca al cucchiaino, giacconi, stivali, berretti, spesso gentile omaggio Prada, e in questo caso signorilmente eleganti. Tra i maniaci della vela ? arrivato da Forl? Alberto Vignatelli, produttore di divani su design anni Quaranta dell' architetto americano Vladimir Kagan e delle Fendi. Conosce Patrizio Bertelli per ragioni veliche, ma adesso che il "signor Prada" ? diventato comproprietario con Arnault del marchio romano, vuole osservarlo meglio, per capire quali saranno le sue intenzioni, a coppa conclusa, quando scender? a terra e si precipiter? su tutti i suoi marchi, intenzioni che, dato il tipo, in tanti si aspettano esplosive. Vignatelli e gli altri, gustando farfalline ai peperoni o frutta tropicale, danno un' occhiata sia alla televisione sottocoperta che riprende le regate, sia alle regate stesse, che sono lontane e fiabesche come tornei medioevali, tutto un volteggiare di rande, un gonfiarsi imperioso di spinnaker, una danza degli scafi tra le onde, le nuvole e i venti, sotto un cielo cupo, un sole metallico al buco nell' ozono, la calda pioggia radente. Le telecamere piantate su ogni barca portano a chi sorseggia il vino delle tenute Bertelli in Toscana o afferra una fetta di salmone locale, i volti contratti e sudati di chi lasca e di chi cassa e il furibondo armeggiare dei bicipiti dei grinders: e in un certo senso, cos? da vicino, lo spettacolo appare quasi insensato, tanta fatica umana e sperdimento emotivo e meraviglia tecnica e tensione intellettuale e uso di miliardi, per mesi e mesi, allo scopo di impossessarsi mediante ogni sadomasochismo di una coppetta di pessimo gusto e pure senza fondo, che pare un' oliera stile rococ? made in Cina. Ed in pi? ? stata rappezzata in qualche modo dopo che un guerriero maori, non ritenendosi soddisfatto dei tanti invasori bianchi cotti e mangiati dai suoi antenati ritualmente antropofagi, l' aveva demolita a colpi di mazza, quando nel 1995 i neozelandesi, discendenti dei superstiti e odiati colonizzatori scozzesi, l' avevano vinta e portata a casa. Quando tornano a terra i gentili ospiti che hanno gi? saputo i risultati sono euforici se Luna Rossa ha vinto, funebri se ha perso. In questo caso Vignatelli dice: "Soffro troppo, non ce la faccio, parto". Sono tutti gran tifosi della barca italiana e deplorano che l' unico quotidiano di Auckland dove si d? molto pi? spazio al cricket e al rugby che alla Coppa America (perch? la barca neozelandese, che la detiene, ancora non ? scesa in campo), parteggi smaccatamente per la giapponese, Nippon Challenge. Tutti tifosi? Tutti a soffrire e pregare per la vittoria italiana? Non proprio, o quasi. Perch? il padre venerabile della vela italiana, Cino Ricci, che ? amico e ospite di Patrizio Bertelli dice: "Dentro di me c' ? un omino cattivo che spera il contrario, ma io lo tengo a bada. Il pensiero ?, se non l' ho vinta io nell' 83, perch? la deve vincere un altro?". Ma poi aggiunge: "Luna Rossa deve vincere perch? ha tutto per vincere. Non pu? permettersi di perdere e semmai dovesse capitare, non avr? scuse". Ricci ? la memoria storica della prima partecipazione italiana alla Coppa America, nel 1983, con Azzurra. "A confronto con Luna Rossa che ? come un caff? arabico cento per cento, noi eravamo un caffettino d' orzo, acquetta. Avevamo passione, non ci pagavano, avevamo raccolto tra gli sponsor quattro miliardi e mezzo, e l' Avvocato, da cui tutta l' operazione era partita, disse che bastavano e che quindi era inutile un suo contributo. Raul Gardini di miliardi ne spese quasi duecento, prepar? cinque barche, arriv? in finale. Lui era un principe mediceo che stava sulle nuvole, da cui precipit? malissimo. Bertelli ? un uomo moderno che sa dove ? l' oro, spende senza risparmio ma di suo, guardando in avanti, e la sua forza oltre alla passione, ? l' attenzione maniacale al dettaglio. Per uno cui non sfugge niente, la vittoria finale ? dovuta". |